Le Voci Della Critica – By Licinia Visconti

Guy de Maupassant sostenne in paio di occasioni, in un articolo e mettendo in bocca tali affermazioni ad un suo personaggi, che tutti traggono e subiscono suggestioni dal mondo che li circonda -visioni, impressioni, paure, gioie, parole, gesti, suoni e silenzi- ma che solo pochi, gli artisti, sono in grado di trarli dal meandro della memoria per riproporli in un contesto estraneo alla fonte di provenienza e distillato alla luce del loro ingegno per dar vita ad opere che nel travaglio della creazione perdono il segno della soggettività per attingere l’oggettività. L’oggettività è il segno dell’arte, come affermò Cézanne e come ribadirono tanto Maupassant che Zola. I mezzi adottati per esprimerla sono i preziosi elementi soggettivi che giustificano il lavoro del pittore, dello scultore, del poeta, del musicista. Sono, per usare un termine di moda, la griffe del creatore, l’elemento fondamentale che permette di distinguere Giotto da Raffaello, Beethoven da Mozart, Dante da Petrarca. In altri termini lo stile, che consente di distinguere, anche senza conoscerle specificamente, l’opera dell’uno o dell’altro.

Se dovessi illustrare questo concetto in una conferenza proietterei opere di Giovanna Magugliani ed inizierei con le foto, i cui soggetti sono parte del materiale accolto dalla sua coscienza percettiva e successivamente elaborati dalla sua volontà di faber artistico. Altrettanto esemplificativa è la sua attività di ritrattista, nella quale il dato formale finisce mano a mano in sott’ordine per ampliare gli spazi della interpretazione, per porsi sulla gloriosa strada del ritratto d’espressione che affonda le proprie radici nella ritrattistica del Seicento e che ha avuto grandi esiti anche nel Novecento. Non desidero continuare a istituire paralleli perché il lavoro dell’artista lombarda ha un originale ed importante nucleo personale com’è facile constatare nelle delicate e flautate immagini delle Trasparenze, di certi busti di fanciulla i cui chiusi occhi sono la metafora di una visione non del prossimo ma dell’infinito o nelle vedute primeve di certe sue composizioni astratte, accompagnate, quasi sottolineati, da titoli che costituiscono chiavi di lettura. Siamo di fronte ad un’artista con un importante bagaglio che attende di essere pienamente valorizzato.

LICINIA VISCONTI, Vice-presidente del Movimento Arte del XXI Secolo di Savona, e responsabile del settore di ricerca iconografica e di grafica della Waltmann Art Publishing Italy.

Septembre 2013

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